Spettacolo di teatro danza per bambini da 5 a 8 anni
messa in scena Tuccio Guicciardini
coreografia Patrizia de Bari
interpreti Alessandra Padelletti Coda, Adele Biagi
video Andrea Montagnani
voce Annibale Pavone
musiche Paganini, Beethoven, Mozart, Liszt, Tchaikovsky
produzione Compagnia Giardino Chiuso
con il sostegno di Regione Toscana
in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo
Cappuccetto Rosso è un personaggio fiabesco famoso in tutto il mondo. Molte sono le varianti della storia che però non ne modificano il sottotesto e la morale, da quelle popolari come “La finta nonna” dalla raccolta Fiabe Italiane di Italo Calvino, fino alle più note versioni di Charles Perrault “Chaperon Rouge” e quella dei fratelli Grimm. Lo spettacolo, ispirato alla scrittura dei Grimm, è incentrato sulla capacità magica del movimento di amplificare le parole della favola. Con la creazione di immagini e momenti di forte suggestione teatrale i bambini, ma anche gli spettatori più adulti, potranno scoprire e avvertire immediatamente la magia del teatro. La messa in scena, che ha debuttato in un primo studio nel 2008, ha mantenuto una composizione drammaturgica e narrativa attraverso i vari linguaggi della danza, immagini video, musica e parola. Una tenera “piccola” artista sulla scena attraverserà un bosco dai mille colori, incontrerà un lupo dai grandi occhi, e ci trasporterà, insieme alle due figure femminili della mamma e della nonna, tra fantasia e realtà; un sogno di bambina che si snoda all’interno della sua cameretta, dove i personaggi si manifestano per produrre quel viaggio fantastico e avventuroso che ogni bambino vorrebbe e dovrebbe sempre intraprendere. Uno spettacolo che apre uno spazio dell’immaginario anche grazie all’utilizzo della macchineria teatrale tra sipari, ombre cinesi e marionette stimolando nei bambini una curiosità creativa e alimentando, oltre ad arricchirne la conoscenza, la loro fantasia. In occasione delle repliche matine prendono avvio, nel 2008, i progetti didattici in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo su tutto il territorio toscano; da allora, insieme allo spettacolo, sono stati proposti vari laboratori di teatro, lettura e movimento all’interno di teatri, scuole e biblioteche a Roccastrada, Massa, Scansano, Sesto Fiorentino, Portoferraio, Castel del Piano, Pitigliano, San Casciano.
Lo spettacolo è stato riallestito nel 2019 in occasione della ripresa al Teatro Regio di Parma.
L’imputato non è colpevole
Liberamente ispirato agli Atti del processo “Talaat Pascià”
Nuovo allestimento 2025 – Prima Nazionale
messa in scena Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari riduzione teatrale Tuccio Guicciardini interpreti Michele Andrei, Matteo Nigi voci off Igor Horvat, Alessio Martinoli costumi Marilù Sasso consulenza storico documentaristica Fulvio Cortese consulenza per la lingua armena Elen Adamyan foto di scena Francesca Di Giuseppe, Sofia Giuntini produzione Compagnia Giardino Chiuso, Fondazione Fabbrica Europa con il contributo di MiC Ministero della cultura, Regione Toscana, Comune di San Gimignano_Assessorato
alla Cultura con il patrocinio di Ambasciata della Repubblica di Armenia in Italia e Unione degli Armeni d’Italia
Il 15 marzo 1921 un turco corpulento cammina per le strade di Berlino. Uno studente armeno, Soghomon Tehlirian, lo raggiunge e lo colpisce mortalmente con una pallottola. La vittima era Talaat Pascià, già
Ministro degli Interni e uomo forte del governo dei “Giovani Turchi”, rifugiatosi in Germania dopo la sconfitta
dell’impero ottomano nel primo conflitto mondiale e ritenuto il principale responsabile del genocidio armeno.
Qualche mese dopo, il 2 e 3 giugno 1921, dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Berlino, viene
celebrato il processo a carico di Tehlirian: dopo un intenso e drammatico dibattimento lo studente armeno
viene assolto. Ripercorrere oggi gli atti di quel clamoroso processo, cercando di capire perché un omicida
venne assolto e la sua vittima moralmente condannata, consente di cogliere, accanto alle motivazioni
politiche da cui scaturì quella sentenza, una serie di inconfutabili dati storici che rendono tuttora attuale e
non archiviabile la questione armena. Nella riduzione degli atti processuali, la compagnia mette a fuoco
l’intenso interrogatorio di Tehlirian, dove emergono gli orrendi racconti dei massacri perpetuati dai turchi
verso la popolazione armena e la continua e inesauribile sofferenza del giovane studente, che lo porterà ad
una soluzione drammatica ma “necessaria”. Uno spettacolo che dà voce alla storia e alla natura, molte volte
inconcepibile, dell’uomo.
L’ambientazione scenica è scarna, essenziale. I due protagonisti, l’imputato e il Presidente, sono
volutamente astratti, fuori da ogni contesto temporale, per sottolineare l’universalità e la ripetitività delle
storture e delle aberrazioni umane. Le parole prendono corpo e si concretizzano, nude, come testimonianza
scolpita nella pietra. La linea drammaturgica porta ad un quesito fondamentale per le nostre coscienze:
quale giustizia è giusta? Quella dei codici, delle norme e delle leggi scritte o quella di un’umanità
“universale”, una giustizia intima, che nasce dall’anima. La ricerca di ristabilire quanto meno un’idea
plausibile di giustizia, affinché la storia non diventi una farsa totale.
Nella ricorrenza del centenario dell’avvenimento, la compagnia Giardino Chiuso vince il bando promosso
dalla Fondazione Toscana Spettacolo e Regione Toscana “Così vicini, così remoti. Nuovo idee per un teatro
a distanza” e produce la digitalizzazione dello spettacolo in Realtà Virtuale sulla piattaforma Oculus fruibile
con i nuovi visori VR. Scheda
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