LOLITA

Biancateatro
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea "Raffaele De Grada", San Gimignano

regia e interpretazione Silvia Battaglio
consulenza artistica Julia Varley
liberamente ispirato a Lolita di Vladimir Nabokov
coreografie e drammaturgia Silvia Battaglio
suggestioni letterarie Charles Perrault, Pia Pera
suggestioni musicali Torgue&Houppin, Alva Noto, Bizet
disegno luci Massimiliano Bressan
produzione Biancateatro/Zerogrammi
coproduzione Odin Teatret Nordisk Teaterlaboratorium (DK)
sostegno alla realizzazione del progetto Crut (Centro Regionale Universitario per il Teatro)
con il contributo di Regione Piemonte, MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Lolita, nato da una coproduzione con l’Odin Teatret Nordisk Teaterlaboratorium (Dk), rientra in una personale indagine sul tema dell’età/identità, dove il punto di partenza risiede nell’appartenenza o meno a noi stessi, al nostro tempo, a un’età che ci rappresenta e ci attraversa ma che talvolta non corrisponde al nostro tempo interiore, in questo sfasamento tra età ed esistenza si annida un luogo che chiamerei: Lolita.
Lolita sperimenta e interroga gli adulti nel tentativo di intercettare le traiettorie del possibile, attraversa la delusione e lo stupore, la purezza e il peccato, nel suo viaggio intimo tra adolescenza e maturità. Lolita intreccia i fili della memoria, poi trema, ride e sospira quando nel bosco della sua infanzia incontra il signor Humbert, l’uomo nero delle favole, mezzo uomo e mezzo lupo che per timore di invecchiare sottrae il tempo a una bambina innocente come cappuccetto rosso ma crudele come un dèmone. Lolita scavalca il tempo, lo perde, e infine cerca di trattenerlo, tra smarrimento e gioco, come un equilibrista sfida un mondo luminoso ma pieno di insidie, nel tentativo di collocare se stessa fino ai confini incerti di una realtà in trasformazione destinata a mutare i suoi valori etici, a mettere in discussione certezze apparentemente innegabili come il diritto alla propria infanzia. Lolita è una donna-bambina, crudele, dolce ed enigmatica che provoca gli adulti, cercando in loro riferimenti e risposte ma, allo stesso tempo come ogni adolescente, rivendicando fortemente il diritto a una libertà di cui non conosce ancora i limiti, Lolita è sola perché nessun adulto la ama per quello che è. E allora finge di essere un’altra nel gioco perverso del teatro della vita, ora con ingenuità ora con astuzia, Lolita proietta il suo corpo in quella dimensione ambigua e metamorfica in cui amore e crudeltà convivono nello stesso istante penetrando nei sentimenti più profondi dell’essere e nelle sue incongruenze, attraversandoli con passione, amarezza, fino all’ironia.

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