Bianchisentieri

ideazione Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari
coreografia Patrizia de Bari
composizioni originali Sabino de Bari
costume Rosaria Minneci
visual art Andrea Montagnani
elaborazioni sonore Daniele Borri
coproduzione Giardino Chiuso, Fondazione Fabbrica Europa
con il sostegno di MiC_Ministero della Cultura, Regione Toscana
con il patrocinio di Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale

“Sono una traghettatrice impalpabile, sfuggente, come un animale, un animale raro e diffidente. Trascino con me pagine e pagine di scrittura: parole, segni, speranze, sapere, sogni, visioni, appelli, e pagine, pagine, qualcuna bianca, ancora pura da essere solcata da un tratto che illumini, che innamori e ravvivi le menti o alimenti i ricordi.
Il mio destino, il mio percorso… le mie tracce… al mio passaggio prendono forma come nei sogni, assumono una fisionomia concreta, reale, più reale dei sogni.
Il mio carico è prezioso, delicato, faticoso.
Questo trascino, questo destino che mi condanna a fuggire da luoghi persi immediatamente dalla mia memoria, pronta per accogliere fugacemente altre facce, altri visi, altre espressioni, altri paesaggi. Felice, delusa, ridente o piangente, non importa, il mio destino è scritto, nelle (mie) pagine compagne di questo viaggio. Scappo, per sempre, dai luoghi, dal tempo, lasciando tracce dietro di me al mio passaggio.”

Bianchisentieri indaga, con suggestioni visive e sonore, i temi della conservazione e della trasmissione della memoria del nostro patrimonio culturale. La trasposizione in un’immagine evocativa darà vita ad un “animale” raro, forse già scomparso, che trascina un abito costruito con pagine di libri oramai dismessi, pronti per il macero, come simbolo della memoria del passato e depositari del sapere. Le tracce lasciate dal suo passaggio prenderanno forma, come nei sogni, assumendo una fisionomia concreta; rinasceranno desideri, curiosità e voglia di conoscenza. Bianchi come i fogli e Sentieri come i solchi della scrittura, fonte primaria della trasmissione e del sapere.
L’abito rimanda ad immagini e suoni archetipici: scheletro/armatura/ossatura e mare/vento, in una commistione di elementi naturali come l’acqua, l’aria e la terra.
La performance muta a seconda dei luoghi da cui trae ispirazione e che suggeriscono, di volta in volta, nuove partiture coreografiche, sonore e video ed è stata allestita all’interno di biblioteche, musei, teatri, spazi urbani e altri luoghi; l’artista Andrea Montagnani crea, a seconda degli allestimenti, la parte video.
Bianchisentieri è stato rappresentato per la prima volta nelle foreste secolari del Cansiglio e Somadida con il sostegno del Corpo Forestale dello Stato/Riserva Biogenetica del Cansiglio partecipando a Insilva, un progetto per la valorizzazione delle risorse ambientali, collaborazione che continua tutt’oggi. Nel 2016 inaugura il nuovo Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato in occasione della mostra “La fine del mondo” e nel 2020 diviene motivo ispiratore per la nuova edizione del festival Orizzonti Verticali_arti sceniche in cantiere (San Gimignano), con il progetto Sentieri di carta, dal titolo di una pubblicazione dello scrittore Sebastiano Vassalli con il quale la compagnia ha collaborato a più riprese negli anni e gentilmente concesso per l’occasione dalla casa editrice Pulcinoelefante. Nel 2021 Bianchisentieri riceve il riconoscimento dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale.

Bianchisentieri non è solo uno spettacolo, ma, grazie alla sua natura altamente adattabile e comunicativa, si presta a percorsi laboratoriali di diverso tipo. Attraverso azioni trasversali, infatti, è possibile svolgere attività di coinvolgimento a vari livelli, che possano rigenerare il senso di comunità e veicolare allo stesso tempo il valore dell’azione culturale.

Clicca sul link per vedere il trailer di Bianchisentieri

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